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Che cos'è la Mindfulness

  • Carla Marchettini
  • 9 feb 2016
  • Tempo di lettura: 3 min


Per Mindfulness si intende il corrispettivo inglese delle parole "pali sati e sampajana" che potrebbero essere tradotte come: consapevolezza, attenzione, discernimento e memoria.

La Mindfulness è fondamentalmente un modo di essere, una modalità che ci permette di riappropriarci del nostro corpo, della nostra mente, momento per momento.

Questa consapevolezza della consapevolezza consente di aprirci a tutte le esperienze, siano esse positive, negative o neutre, con una mente aperta e ricettiva, (mente del principiante) libera da ogni forma di attaccamento e dal desiderio di modificare il presente.

E' quindi importante imparare ad osservare in questo modo per capire come ognuno di noi funziona, perché è dal modo in cui una persona percepisce e costruisce le proprie

esperienze che dipende la sua realta. L'attenzione senza i condizionamenti dati da reazioni emotive, valutazioni, giudizi e concetti, permette di arrivare alla semplice conoscenza di ciò che siamo: un tutt'uno con la nostre esperienze.

Questo semplice osservare e accettare il momento presente può rivelarsi un compito molto arduo poiché l'odierno stile di vita, dove il tempo scorre troppo velocemente, dove tutto ha un prezzo, ci ha abituati ad agire, o meglio a funzionare con il "pilota automatico", cioè meccanicamente, inconsapevoli del presente e proiettati verso un passato o un futuro.

Buddha diceva: "Il passato è ricordo, il futuro è sconosciuto, il momento presente è ciò che possiamo conoscere".

La pratica Mindfulness consente di arrivare ad una conoscenza molto profonda del nostro essere e questo permette anche di riuscire a modificare tutti quegli aspetti che non ci piacciono e ci fanno soffrire. Attraverso l'intenzione (il perché si pratica richiede di fermarsi e di partecipare ad un processo intenzionale che permette di mettersi in relazione con uno stato mentale), l'attenzione (il prestare attenzione tramite l'osservazione delle proprie dinamiche e meccanismi di funzionamento interni ed esterni, momento per momento, in modo stabile e duraturo) e l'attitudine (la curiosità, l'apertura mentale, l'accettazione, il non giudizio, la pazienza, l'amore e la compassione verso se stessi e verso il prossimo), concetti focali per la pratica Mindfulness, si può arrivare a stati benefici di assoluta libertà riuscendo cosi a comprendere quanto sia importante prenderci cura di noi stessi con gentilezza e amore.


“Guidati dalle forze dell’amore, i frammenti del mondo si cercano, così che il mondo venga in essere...”

Pierre Teilhard De Chardin


Jon Kabat Zinn, biologo molecolare americano, è l’ideatore della Mindfulness. Ha fondato la Clinica per la riduzione dello stress e il Centro per la consapevolezza nella sanità e società della Facoltà di Medicina dell’Università del Massachusetts ed è professore emerito della stessa Università.

Secondo Kabat Zinn la Mindfulness può essere definita come: la consapevolezza che emerge se prestiamo attenzione in modo intenzionale, nel momento presente e in modo non giudicante, al dispiegarsi dell’esperienza momento per momento.

Ciò significa : non tenersi aggrappati ai giudizi, perchè la mente mostra continuamente delle reazioni valutative e reattive. Riuscire a notare questi giudizi e liberarsi da essi può essere il significato pratico di questo comportamento non giudicante. In modo intenzionale implica che questo stato è creato con l’intenzione di focalizzarsi sul momento presente.

Un utile punto di vista da cui partire è che la mindfulness agisce sull’ autoregolazione dell’attenzione in modo da riuscire a mantenerla sull’esperienza immediata permettendo così un accresciuto riconoscimento degli eventi mentali nel momento presente. Questo processo include l’accettazione, la disidentificazione dai pensieri, il contatto con il momento presente e il senso trascendente di se stessi.

La capacità di osservazione può essere appresa. La riflessione sulla natura dei propri processi mentali è una forma di “metacognizione” (autoriflessività), un modo per pensare al pensiero nel senso più ampio del termine. Si può diventare consapevoli della consapevolezza.

Essere consapevoli ci aiuta ad avere chiarezza mentale. La mente chiara è libera da bramosia, ira, odio, illusione, torpore, paura, attaccamento...

Il secondo fattore della consapevolezza è la stabilità, la calma, la pace, l’ imperturbabilità.

Il terzo fattore è la vigilanza. Si acquisisce sensibilità riuscendo a vedere con chiarezza ed esattezza ciò che ci sta accadendo, riconoscendo lo stato della mente nel momento

presente.

Una prima meditazione sulla consapevolezza si pratica attraverso l’osservazione del respiro. Respirare è una delle funzioni primarie che ci tengono in vita e coinvolge assolutamente tutti gli esseri viventi nonostante l’origine, la provenienza, il colore della pelle, la classe sociale, la religione praticata.

Volgere l’attenzione al respiro è un’attività che sorregge la nostra presenza nel presente.

Ciò che siamo, come siamo, in questo preciso momento.

Insistere sulla necessità di “stare con il respiro” non è solo un fatto tecnico ma ci permette di imparare a prestare un’attenzione accettante anche a stare con le cose così come sono. Da una piccola accettazione alla grande accettazione: dal respiro così com’è, a noi stessi così come siamo, con gli altri così come sono, con le situazioni e gli eventi così come sono.

Non bisogna, in questo caso, approcciarsi all’osservazione del respiro in modo giudicante.

Non è una prestazione e non c’è niente di giusto o sbagliato.


 
 
 

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